MoviePost – C’era una volta a Hollywood

La 92° edizione della notte degli Oscar è ormai vicina, si terrà infatti al Dolby Theatre di Los Angeles, California, il 9 febbraio ed essendo in programmazione diretta, per noi italiani equivarrà a passare una notte insonne per arrivare alla fine della serata, nella quale verrà proclamato il premio più importante: ossia il film più bello dell’anno secondo l’Academy.

In questi giorni quindi cercherò di recensire tutti i film in gara, sperando di riuscire a recuperare quelli mancanti.

Partiamo da C’era Una volta a Hollywood, film del 2019 del sempre e favoloso Quentin Tarantino che per questa occasione ha deciso di mettere in campo un cast davvero stellare, forse in previsione di un’ultima vittoria, prima della sua uscita dalle scene dal mondo Hollywoodiano – sono anni infatti che si paventa un suo inesorabile ritiro –

Non a caso infatti Tarantino in questo film ha messo tutto ciò che l’industria del cinema ha rappresentato nella sua giovinezza, durante gli anni 70; un cinema di illusioni, da favola moderna che nascondeva sotto una superfice patinata l’affannarsi della rivalsa degli attori del periodo.

Ma iniziamo per gradi.

Il film è una chiara rappresentazione di un sogno, non a caso il titolo ne è un chiaro richiamo e come ogni favola che si rispetti inizia con un C’era una volta…

C’era una volta Rick Dalton (Leonardo Di Caprio), famoso attore di film Western ormai in declino e la sua controfigura, Cliff Both (Brad Pitt), che in mille e più modi cercano di ottenere ancora ingaggi e fortuna. Rick vive in una bellissima villa sulle colline di Hollywood ed i suoi vicini di casa sono Roman Polansky e sua moglie, l’attrice Sharon Tate (Margot Robbie), suscitando in lui un misto di ammirazione e senso di inferiorità. Cliff invece vive in una roulotte con il suo cane ai confini della città e fatica a trovare un lavoro decente da quando Rick non gira più tanti film, e non può di certo lavorare per altri attori vista la sua, non proprio pulita, fedina penale.

Tarantino con questo film cerca di mostrare una Hollywood che non esiste più ma che infondo è illusoria anche per quegli anni, immergendola in un contesto reale e di cronaca nera: ossia il periodo dei delitti di Charles Manson e della sua Family.

E’ sicuramente un film di altissima qualità artistica. Non si può muovere critica alla bravura dei singoli attori, ai costumi, alla scenografia, alla regia; è un puro capolavoro per gli occhi con tutti quei colori che rappresentano il mondo Hippies, esploso in quegli anni, contrapposto allo stile di vita lussuoso del mondo Hollywoodiano, sempre comunque eccentrico, dinamico e coloratissimo.

Non sono mancati i momenti di ilarità alla Tarantino o il suo modo graffiante di prendere in giro tutto e tutti, senza però mai scadere in reali offese: vedere come macchiettisticamente viene caratterizzato Bruce Lee, egocentrico fino allo stremo, quasi ridicolo nel suo pavoneggiarsi o il modo in cui Rick Dalton critica i Western Italiani, chiamandoli “Spaghetti Western” e rifiutandosi di dover recitare in una produzione italiana, salvo poi doverci sottostare pur di trovare un lavoro e vivendo anche per lunghi mesi in Italia. Omaggia il nostro bel paese lasciando sullo sfondo della scenografia o tra le battute dei personaggi, il riaffiorare dei film western più belli prodotti in Italia in quegli anni: cita Sergio Corbucci e Sergio Leone.

Tarantino è sublime nel far tirar fuori agli attori la loro recitazione migliore; Di Caprio di una indiscussa bravura – non a caso candidato come migliore attore – e Brad Pitt mi ha piacevolmente sorpreso, non aspettandomi assolutamente una performance del genere da parte sua -ha anche vinto la statuetta come miglior attore non protagonista ai Golden Globes ed ora candidato per la stessa categoria agli Oscar -.

Sicuramente da citare il cameo di Al Pacino, nel ruolo dell’agente di Dick Dalton, che probabilmente Tarantino ha scelto per celebrare l’attore, portandolo a parlare di un suo vecchio film, Scarface.

Rimane impressa poi l’interpretazione di Margarett Qualley, come adepta della Manson Family, giovane, fresca ed assolutamente sexy, del tutto esplosiva, contrapposta ad una Dakota Fanning, nel ruolo di Lynette, quasi inespressiva, ferma nella sua freddezza indiscussa, anticamera di una follia mentale.

Anche Margott Robbie è stata incantevole, seppur il suo personaggio non abbia avuto un ampio respiro visivo, poiché grazie a lei si riesce ad assaporare quella spensieratezza e allegria che un po’ ti lascia sorridere e un po’ sentire triste, visto i risvolti che in seguito si avranno e che per chi conosce la storia di quegli anni, già poteva prevedere.

Ed è proprio questo il problema del film.

Purtroppo nonostante sia una pellicola di innegabile qualità, c’è un profondo errore.

Posso ammettere tranquillamente la mia ignoranza sui fatti di cronaca dell’epoca e me ne faccio una mea culpa per non aver mai colmato tale lacuna.

Eppure non è dovuto da parte di noi spettatori il sapere tutto, ogni singolo fatto di cronaca, soprattutto se tale fatto risale ad un paese straniero e di non vitale importanza per fini geopolitici, storici o etnografici. Non è dovuto il doversi informare sulla trama del film prima della visione e di conseguenza documentarsi su di essa in caso non si sappiano alcune cose.

Solitamente io non sono così, mi informo, so a grandi linee cosa sto per andare a vedere, guardo i trailer, le rewiew di stampa ma per una volta, in modo totalmente casuale per i troppi impegni di quel periodo, questo non è avvenuto.

Mi sono così ritrovata alla fine di visione di tre ore di pellicola con un grandissimo punto di domanda e senso di frustrazione.

Fino alla fine del film non ero riuscita a capire qual’era l’intento, cosa volesse esattamente dirmi,sembrava una serie infinita di scene messe una dopo l’altra senza alcun tipo di senso.

Solo dopo, sapendo il background della storia e comprendendo a quel punto ogni cosa avvenuta sullo schermo, ho potuto apprezzare la genialità di Tarantino.

Ma un film non dovrebbe essere così. Dovrebbe essere fruibile a tutti, comprensibile.

Avendo avuto tre ore di film, poteva spendere dieci minuti per spiegare qualcosa ai più ignoranti di noi, magari sacrificandoli al monologo di venti minuti di Di Caprio, il quale stava cercando di girare la scena di un suo film -per inciso, bellissimo espediente narrativo e bellissima la sua interpretazione; ma anche qui, ci voleva veramente così tanto tempo per metterlo in scena sacrificando momenti più importanti? –

Il film è prolisso all ’inverosimile, quasi da volersene andare dalla sala, per chi non stava capendo nulla della trama.

Delle firme iconiche di Tarantino purtroppo per me si è visto poco, se non nell’ultima mezz’ora di film dove ho riso di gusto – questa mia emozione capisco che non sia condivisibile; il connubio di scene splatter e umoristiche al tempo stesso, tipiche del regista, può piacere come meno – .

Sinceramente sopravvalutato come film?

Non saprei dirlo con certezza.

Capisco gli studiosi di cinema che lo valutano come un capolavoro ma d’altro canto capisco anche il pubblico medio, che infondo compone la stragrante maggioranza di chi fa di un film un successo.

E’ un film di enorme qualità ma che personalmente non ho gradito; vuoi per ignoranza, vuoi perché mi aspettavo di vedere Tarantino, le sue scene iconiche, e le mie aspettative sono state tutte disilluse.

Lo avrei scelto come film da candidare agli Oscar?

Si, certo. Il comparto tecnico, le prove attoriali, sono di innegabile qualità.

Lo farei vincere come Miglior Film? Assolutamente no.

Solo il 9 febbraio sapremo quali saranno i risultati.

Nel frattempo continuerò a sperare nella vittoria del mio amato Joker.

6 commenti Aggiungi il tuo

  1. Antonio Cosentino ha detto:

    Ciao Cara! Ma tu sei su fb?
    >

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      1. Antonio Cosentino ha detto:

        Stavo giusto valutando di cancellare il profilo fb di elicam da fb. Se no serve lo levo

        "Mi piace"

  2. Antonio Cosentino ha detto:

    Molto carino il tuo blog .Hai bello stile romantico!

    "Mi piace"

    1. Vale Relli ha detto:

      Grazie mille!!! 😊

      Piace a 1 persona

      1. Antonio Cosentino ha detto:

        sto cercando di districarmi nei tecnicismi di word press…non è facilissimo

        "Mi piace"

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