Tra un Uramaki e una Zuppa di Miso ieri sera io, mia sorella e il mio migliore amico Alex, abbiamo come sempre fatto le comari di quartiere.
Abbiamo parlato degli amici che ti deludono e di quel tale di qualche hanno prima che mi veniva dietro e che avevamo ribattezzato come l’inquietante, per il suo modo di fissare insistente; ridendo e scherzando abbiamo anche scoperto da amici di amici che il tipo aveva soldi che gli uscivano dalle orecchie.
Sono stata accusata di aver rovinato a tutti la possibilità di essere mantenuti a vita.
Perché si, gli amici, quelli veri, sono la mia famiglia. In realtà siamo una famiglia, quasi come se vivessimo in una puntata di Friends.

Proprio per questo in un momento imprecisato della serata io e Alex, abbiamo capito, che avremmo dovuto vendicare mia sorella dall’affronto subito da una sua conoscenza.
Buttando giù litri di coca-cola zero ci ha confessato che tale tipa, a scrocco del suo fidanzato, fratelli e familiari, stava girando il mondo ed ogni mese la si poteva ritrovare in qualche posto nuovo dell’Italia e nell’ultimo periodo anche fuori.
“Non è giusto che io debba sgobbare dalla mattina alla sera e non posso neanche permettermi una vacanza e lei, senza arte e ne parte fa la bella vita!” se n’è così uscita a conclusione della sua arringa.
Mancava solo una bottiglia di Rum ed un singhiozzo e avremmo avuto davanti il riquadro perfetto di un ubriaco alle quattro del mattino.
Così, essendo lei ormai alla soglia dei trent’anni, abbiamo deciso io e Alex lì sul momento, capendoci con un solo sguardo, che era arrivato il momento di ricambiare il modo in cui ci aveva accudito per così tanti anni.
Gli regaleremo un viaggio per il suo compleanno a Bucarest, un weekend dedicato alla visita del Castello del Conte Dracula e delle Terme di Bucarest, le più grandi di Europa.

Per il momento siamo in sei, qualcun’altro forse si aggiungerà in seguito.
Il punto è che viaggiare fa sognare, fa staccare la spina e vedere il mondo da un’altra prospettiva.
Fa bene non solo quando si va ma anche tutto quel periodo che precede la partenza; fa quasi da propulsore di vita in quei giorni di attesa tra una mattina di pioggia e l’altra, quelle mattine pesanti in cui non ti va di andare a lavoro o all’università, quasi attendendo con ansia che il tempo vada più veloce per raggiungere l’agognata data.
Mia sorella non viaggia non perché non abbia i soldi per permetterselo ma perché non ha tempo. Si affanna a guadagnare ma poi non ha il tempo per spendere ciò per cui ha lavorato così tanto.
E allora forse la vita dovrebbe essere diversa, vissuta in maniera diversa.
Vissuta a pieni polmoni e ad ampio respiro.
Sorridere di ogni cosa che si ha, delle possibilità che si hanno, delle esperienze vissute del passato e che ti hanno reso ciò che sei, delle volte riderci anche su e poi guardare al domani.
Aspettare ogni volta con gioia il giorno successivo per sorridere di ogni cosa che verrà.